Project Description

Beppe Ciardi ( Venezia 1875 – Quinto di Treviso 1932 ), Sera

Olio su tela di cm 35 x 75, firmato e datato ( 1905 ) in basso a sinistra.

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“È sopra tutto nel ritrarre la campagna, che conosce, comprende ed ama come pochi la conoscono e sanno davvero comprenderla ed amarla ed in cui trascorre buona parte dell’anno, ch’eccelle Beppe Ciardi.” Con queste parole, Vittorio Pica nel 1912 dalle colonne di «Emporium» esaltava la tavolozza del pittore veneto ed, in particolar modo, le scene di ambientazione rurale che a Ciardi davano la possibilità di sperimentare tinte molto accese e forti contrasti, facendo un uso più spregiudicato della luce e del colore, rispetto al padre Guglielmo e alla sorella Emma, con i quali costituì una famiglia di artisti, capace di scrivere la storia delle pittura veneta a cavallo dei due secoli, rinnovandola nei valori cromatici e nei raccordi formali.

La passione viscerale per la campagna è testimoniata dalla vita stessa del pittore, trascorsa con la famiglia nelle case di Venezia, di Canove d’Asiago e di Quinto di Treviso, alternando all’attività di pittore quella di agricoltore.

Il dipinto presentato in questa sede, un lirico tramonto su una scena di aperta campagna veneta, dove una contadinella veglia sul cavallo in sosta, intento ad abbeverarsi alla fonte, si inserisce nella vena creativa del pittore squadernata dal corpus di silenzi notturni e crepuscolari con cui Beppe si presenta, insieme con il padre e con la sorella, nel 1906 all’esposizione (sala X) voluta dalla città di Milano per festeggiare l’apertura del valico del Sempione. Torna nel nostro dipinto quella contemplazione della campagna e quella capacità di trasferire sulla tela l’atmosfera di un mondo rurale mitizzato, nel quale Beppe trova la sua fonte d’ispirazione. Questa “Sera”, prova superba di uno studio dal vero condotto dal pittore con rara sensibilità pittorica, si segnala per una pennellata densa, costruttiva e ricca di vibrazioni, prossima ad una tecnica divisionista che Ciardi aveva almeno in parte accolto, influenzato dalla lunga amicizia con Vittore Grubicy, il quale lo avvicinò alla lezione segantiniana, recependone il suggestivo luminismo.

Beppe Ciardi suggellò la sua carriera artistica raggiungendo un notevole successo nel biennio 1912 – 13 quando un’intera sala della Biennale veneziana ospitò ben quarantacinque tele che documentavano le varie fasi della sua pittura e, all’esposizione di Monaco di Baviera, gli fu assegnata la medaglia d’oro.